Quando un romanzo è bello e scritto bene, riesce ad attrarre anche chi predilige altri generi letterari. “Aggiustare l’universo” (Mondadori) è uno di questi. L’autrice, Raffaella Romagnolo e il giornalista Renato Romagnoli lo hanno presentato venerdì 3 novembre 2023 al Castello di Cisterna d’Asti. L’iniziativa è stata organizzata da Polo Cittattiva per l’ Astigiano e Albese – I.C. S. Damiano, Comune e Museo di Cisterna d’Asti con Fra
Production Spa, Ass. “F. Casetta”, Israt, Lib. "Il Pellicano" e Aimc di Asti.
Raffaella Romagnolo, scrittrice, tra i suoi romanzi: La masnà (2012, Mondadori), Tutta questa vita (2013), La figlia sbagliata (2015, candidato premio Strega 2016, premio Società Lucchese dei Lettori 2016), Destino (2018), (2021, premio Pisa), Il cedro del Libano (2023). Respira con me (2019) è stato finalista al premio Strega Ragazzi e Ragazze 2020. I suoi libri sono tradotti in sette lingue.
Renato Romagnoli, già docente, è giornalista pubblicista collabora con La Nuova Provincia di Asti. Ha pubblicato "La fratellanza. Tradizione e solidarietà nella Società di mutuo soccorso Fratellanza militari in congedo di Asti 1883-2003” (Centro Studi Piemontesi) ed è tra gli autori del saggio “Asti e le sue guardie. Storia della polizia municipale dalle origini a oggi” (Israt).
Come ha detto in apertura Romagnoli, “Aggiustare l’universo” è un libro avvincente, la cui vicenda non si perde mai anche grazie al ritmo incalzante. Non solo, molte sono le pennellate poetiche e dotati di spessore sia la trama che i personaggi, delineati con estrema delicatezza.
“Questo lavoro ha una parte di documentazione storica consistente. La storia racconta il primo anno di scuola dopo il 25 aprile ‘45. All’interno di questa narrazione, ci sono delle finestre che si aprono sulla vita delle protagoniste: la maestra Gilla ed Ester, la bambina che si fa chiamare Francesca. Apprezzo molto il lavoro di ricerca storica però poi mi attacco agli umani coinvolti. È il miracolo della letteratura che utilizza la caratteristica umana di provare empatia che ci consente di migliorare. La letteratura è capace anche di questo. Invece un saggio coinvolge aspetti intellettuali”. Ester è una bambina misteriosa e nessuno conosce la sua storia. L’anno scolastico consente di comprendere cosa le è accaduto.
“Volevo fare un romando di scuola. L’idea mi era venuta nel marzo del 2020 quando, per la prima volta, tutte le scuole erano chiuse. Una situazione che nessuno aveva provato prima, qualcosa di traumatico. Però, come insegnanti, la consapevolezza della necessità di andare avanti è stata più forte. La scuola aperta è la strada del futuro. Volevo scrivere una storia di scuola e mi sono chiesta se ci fosse stato un momento paragonabile nella storia. Ho scelto l’a.s. ‘45/’46 perché volevo che fosse percepibile questa verità lampante: continuando a fare scuola, si ricostruisce un Paese. In essa, infatti, non c’è solo la relazione docente/allievi ma anche la socialità che si costruisce al suo interno. Quando la scuola si è riaperta nel post pandemia, i ragazzi era come se fossero bloccati: era mancato il rapporto tra di loro. Nel libro le protagoniste sono la maestra e la bambina ma è anche importantissima la compagna di banco grazie al quale il problema si risolve. Queste è la scuola perché la compagna di banco è salvifica come l’insegnante. Quando scrivo una cosa importante da dire adesso, spesso vado a ricercarla nel passato” ha proseguito l’ autrice.
La Romagnolo ha spiegato come lavora ai suoi romanzi. Solitamente, parte da una scena che vorrebbe raccontare e, successivamente, costruisce la trama che, in questo romanzo, era più cerebrale. “Il titolo è stato tratto da quello di un capitolo. L’idea mi è venuta dopo aver già iniziato a scrivere. Ho fatto un sopralluogo nella scuola che avevo frequentato da bambina a Ovada e, per caso, su un armadio sgangherato ho intravisto un vecchio planetario che era lì chissà da quanto tempo ed ho capito che poteva essere un tassello importante per il libro. Da quel momento, per poterlo aggiustare, Gilla sarebbe stata la figlia di un orologiaio” ha detto.
Il libro si basa su fatti storici (le Leggi razziste, la strage della Benedicta… , la scuola elementare di Borgo di Dentro -cioè quella di Ovada – i cui scantinati sono stati utilizzati per le torture).
Invece la famiglia Sacerdoti è frutto dell’invenzione – e questo consentendo all’autrice maggior libertà d’azione rispetto alla loro storia personale - ma avrebbe potuto essere esistita davvero.
“lo scrittore, attraverso i suoi personaggi, mette una parte di sé che il lettore ritrova come parte di se stesso” ha sottolineato Raffaella Romagnolo.
Una magnifica serata con Raffaella Romagnolo e Renato Romagnoli, una bella chiacchierata tra amici avvolta dall’atmosfera intima e calda che gli incontri al Castello di Cisterna sanno sempre creare.
Giovanna Cravanzola