"DELL'AMORE E DI ALTRI DEMONI. EROS NELL'INTERPRETAZIONE DI PLATONE”
Un altro appuntamento per parlare di amore ma anche dell’essenza della vita con il prof. Alberto Banaudi. Venerdì 16 aprile 2021 si è tenuta la videosofia “Dell'amore e di altri demoni. Eros nell'interpretazione di Platone” organizzata da Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’albese – I.C. di San Damiano, Museo di Cisterna
con Fra Production Spa, Lib."Il Pellicano" e Aimc di Asti. Rispetto al tema dell’amore, Platone diffidava dei poeti che davano troppo spazio alle passioni e alle emozioni cogliendo solo il lato drammatico dei sentimenti. I poeti, dal suo punto di vista, avrebbero dovuto cantare solo dei valori civili. Il tema dell’amore, invece, era importante e Platone ne ha scritto nel Simposio e nel Fedro. Il termine simposio indicava un incontro conviviale durante il quale era possibile bere ma con misura. In quello di cui scrive, Platone immagina che siano presenti personaggi importanti come Aristofane, Agatone, Fedro, Pausania, Socrate, Alcibiade... Si decide di fare un elogio dell’amore. Si tratta di un esercizio retorico difficile: cantare qualcosa che nessuno elogerebbe perchè i greci consideravano l’amore una malattia. I personaggi, quindi, gareggiano per dire cose capaci di suscitare sorprese. Alcuni dicono che l’amore è degno di elogio perché fa compiere azioni virtuose a vantaggio di tutti. Altri distinguono tra amore volgare e celeste. Aristofane, invece, racconta il mito dell'androgino e spiega perchè cerchiamo qualcuno che ci completi. Secondo questo mito, un tempo gli uomini erano unione di due esseri, ciò che oggi sono uomo e donna. Erano molto più veloci, intelligenti e dotati degli individui di oggi. Però commisero un atto di tracotanza per cui Zeus decise di dimezzarli per ridurne la potenza. Così diventarono esseri singoli, ricuciti da Apollo e il segno dell'antica ferita è l'ombelico. In seguito, però, ciascuno cercava la propria metà per ritrovare la primitiva pienezza attraverso l’amore. Aristofane dice che ogni metà è un coccio che, unito ad un altro, diventa un'unità che, per certi versi, è inquietante perchè solo una è la metà anche se è possibile trovarne un’altra se la prima muore. Il mito spiega anche l'ansia della ricerca dell’anima gemella e la paura dell'abbandono. Eros è quello che ci spinge a ritrovare la nostra metà e completezza.
Questo mito, inoltre, ci dice che l’uomo è relazione, non è individuo incapace di bastare a se stesso. L’amore è connesso con quell’unità originaria e con la dualità. Ogni individuo, prima di innamorarsi, si sente pieno di se stesso. Dopo si perde e si ritrova solo in un’altro soggetto d’amore. Si forma un nuovo essere composto da altri due che rimangono distinguibili e diversi. Platone fa dire ad Aristofane che gli amanti non sanno dire cosa vogliono uno dall’altro... non è solo desiderio fisico ma è qualcosa di indicibile che sfugge alla razionalità. È vedersi rispecchiati negli occhi di un altro, attraverso uno sguardo capace di vedere la bellezza che ignoravamo di avere. L’amore platonico va oltre la passione e Aristofane stesso, come poeta, non è in grado di spiegarlo con le parole. Socrate dirà cos'è quell'oltre dicendo di parlare attraverso le parole di Diotima, sacerdotessa straniera. Per la prima volta, dopo Saffo, una donna parla d’amore anche se non è presente all’incontro perchè, ad un simposio, era interdetta la presenza femminile. Platone le dà parola attraverso la voce di Socrate.
Eros, per Diotima, non è un dio ma figlio della dea della povertà e del dio dell'espediente. È una sorta di demone immortale e funge da mediatore tra mondo divino e mondo terreno ma non è un dio. Sa trarsi d'impaccio, è povero ma astuto, mosso da profondo desiderio di Bellezza perchè è stato concepito durante la festa dedicata ad Afrodite.
Egli stesso è profondo desiderio di generare nella Bellezza. In effetti, quando vedi la Bellezza desideri generare un figlio o qualcosa che appartiene all'ordine della creazione che ti renda immortale. La Bellezza, infatti, ci fa pensare al bene perchè ha il privilegio di essere visibile rispetto alle altre idee. È una promessa di felicità. Per questo, quando si ama sinceramente, ”... abbracciarsi è una carezza, è come tornare a casa, è gioia e Bellezza, è sapere che il mondo ha ancora un senso luminoso... “.
Il desiderio di diventare immortali nasce in noi solo nella misura in cui troviamo la Bellezza perchè altrimenti non avrebbe senso la vita. La Bellezza è come una ferita che anche una feritoia che ci permette di vedere un raggio della luce del Bene e in essa si trova il significato del tutto. Non determina solo l’immortalità biologica ma anche artistica. Inoltre, quando si arriva a vedere la Bellezza di un'anima, ci si vuole unire ad essa concependo discorsi belli. Questo desiderio arriva a sentire l’esigenza di dare vita una città giusta e anche molto altro ed è Eros, vissuto a diversi livelli, a determinare tutto ciò.
Per questo motivo, quando un popolo è senza valori, perde la necessità di generare.
Per Platone, Eros sta tra umano e divino. L'amore non è solo rivolto a una persona ma, grazie ad essa, produce un miracolo perchè intercetta la follia e le permette di parlare con ragione e di iniziare un cammino. Due persone che si amano sono in tre perchè deve essere un viaggio verso una terza cosa che è il Bene. Così, partendo dalla fisicità, ci si innalza ad altezze straordinarie.
Tutto ciò è rappresentato nella Primavera del Botticelli e anche nel Fedro dove Platone parla dell' amore visto come mania e struggimento. Quando incontriamo chi era con noi nel cielo, vogliamo di nuovo elevarci lassù. L’ anima ha le ali ma fino a quando non ci innamoriamo non crescono poi, all’improvviso, vogliono uscire e zampillare. Provocano tormento ma è il dolce presagio dell'arrivo della primavera che è il ricordo di quando siamo stati felici e necessari.
Prima bastavamo a noi stessi ma quando ci innamoriamo ci sentiamo incompleti, non siamo più stranieri nel nostro mondo ma ci sentiamo al posto giusto. E’ ciò di cui parla anche Pessoa. L’ Amore dona pienezza, assolutezza e sottrae alla contingenza.
La filosofia è un'espressione di Eros, è l'amore del sapere che ci permette di vedere la bellezza.
Giovanna Cravanzola