DIO DOVE SEI FINITO?

Domenica 26 novembre 2023, alle 16 al Castello di Cisterna, il Vescovo ha presentato “Dio dove sei finito? Interrogativi e inquietudini su una Chiesa che diviene minoranza” (San Paolo) con Don Mauro Canta. L’ incontro è stato promosso da Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – I.C. S. Damiano, Museo e Comune di Cisterna con Fra Spa, Parrocchie di Cisterna,  Israt, Lib."Il Pellicano" e Aimc di Asti.

Don Marco Prastaro, nato a Pisa nel 1962, è stato ordinato sacerdote nel 1988. È stato viceparroco alla Collegiata di Carmagnola (1988-1994), ai SS. Pietro e Paolo in Torino (1994-1996) quindi a Gesù Operaio (1996-1998). Dal 1999 ha fatto esperienza come “Fidei donum” in Kenya presso la parrocchia di Lodokejek; dal 2007 al 2011 è stato Vicario Generale della diocesi di Maralal (Kenya). Rientrato nella diocesi di Torino nell’ottobre del 2011, è stato Delegato Arcivescovile per il clero straniero, Direttore dell’Ufficio Missionario e Parroco di S. Ignazio di Loyola in Torino. Il 16 agosto 2018 è stato nominato Vescovo di Asti, ricevendo l’ordinazione episcopale nel duomo di Asti il 21 ottobre 2018. Ha pubblicato con EMI,Dove Dio ha nome di donna (2021). Don Mauro Canta è parroco delle Parrocchie di Cisterna d’Asti, e di Ferrere. Tra gli altri incarichi, è Assistente Diocesano Giovani Azione Cattolica, incaricato Diocesano Pastorale Universitaria. Ha pubblicato “Vangelo per fuori corso” (Effatà, 2018).

Mi sono sempre sentito come Forrest Gump e oggi anche la chiesa cattolica corre questo rischio perché pare non capire un mondo in continuo cambiamento ma anche per la tentazione di scappare per paura di tutto ciò” ha detto il Vescovo. Il libro prende in esame la situazione della chiesa cattolica dell’Italia del nord ovest. L’idea nasce considerando le chiese giovani del mondo e su quanto potrebbero insegnarci visto che la nostra sta vivendo grandi trasformazioni: poche presenze e preti. Oggi si è convinti di poter vivere senza Dio e molte cose che, un tempo, erano ritenute peccati oggi sono diritti. Allora viene spontaneo chiedersi dove sia finito Dio. In un’Italia di piccoli comuni, mancano sia sacerdoti che le comunità religiose. Allora, nasce l’esigenza di comunicare il Vangelo in modo efficace anche per le nuove generazioni perché la Chiesa non deve modernizzare i contenuti ma i modi per comunicarli. È ciò che emerso dai giovani durante il Sinodo: una chiesa chiesa lontana sui temi e nei linguaggi ma apprezzata per quanto fa concretamente con i poveri. Le chiese più giovani possono ricordarci l’importanza della fede, la corresponsabilità, che la fede non cresce senza parola di Dio, che la comunità si rinnova attraverso l’eucarestia domenicale ma anche che non può esserci fede senza impegno verso la società. Invece, per troppi, la fede è un fatto privato. Intanto, nel mondo occidentale, con la crisi demografica e delle vocazioni, chiede un profondo cambiamento anche per sopperire alla carenza di preti? “Non credo che i sacerdoti finiranno ma occorrerà pensare a una nuova formula capace di adeguarsi a questa nuova situazione” ha detto il Vescovo. In ogni caso, la Chiesa cattolica del futuro, dovrà essere umile cioè consapevole del fatto di essere una minoranza nel mondo, piccola numericamente, professante e militante cioè fatta da veri credenti e aperta, capace di accogliere e farsi vicino a ogni persona come tale. Riprendendo il titolo, Dio è sempre al suo posto. Sono i cristiani che devono riscoprirsi mettendo al centro il Vangelo e non se stessi.

Giovanna Cravanzola

 


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