Diversità, uguaglianza… parole che contraddistinguono ciascuno di noi però, se riferite ai disabili, la prima è spesso l’unica che emerge. Eppure può essere tutta un’altra storia. Lo racconta ne il “Il coraggio di essere uguali. L’impresa diversamente automatica di Chicco Cotto” (ETS) don Andrea Bonsignori. Il libro, scritto con Marco Ferrando (caporedattore a Il Sole 24 Ore) è stato presentato al Castello di Cisterna, martedì 2 novembre 2021 alle 21. L’autore ha dialogato con Mauro Ferro.
L’ incontro è promosso da Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – I.C. di San Damiano, Comune e Museo di Cisterna, Coop."Chicco Cotto" di Torino, Comune di San Damiano con Fra Production Spa,
Libreria "Il Pellicano" e Aimc di Asti.
Don Andrea Bonsignori è pedagogista, dirige da oltre 10 anni la scuola del Cottolengo di Torino. È socio fondatore e membro del consiglio di amministrazione della Fondazione Italiana per l’Autismo. Collabora con tutti coloro che si dedicano alla causa dell’handicap con professionalità e dedizione. Mauro Ferro, docente, è stato responsabile della Casa di Carità Arti e Mestieri. Attualmente è Presidente provinciale delle Acli di Asti. Quest’ultimo ha sottolineato in apertura quanto la relazione sia importante per il buon andamento di un’ impresa ed è proprio quello su cui si basa il successo dell’esperienza raccontata nel libro. Infatti, Don Andrea Bonsignori ha avuto modo, nel corso degli anni, di entrare in relazione e conoscere le potenzialità dei ragazzi che, per primi, hanno preso parte a questo progetto semplice ma profondamente visionario.
“L’idea – ha detto don Bonsignori – nasce da una vera e propria esperienza di vending gestita da ragazzi disabili. Alla scuola del Cottolengo, con il 13% di disabili, nessuno voleva investire sui distributori automatici di bevande e snack. In una precedente esperienza in un centro neuropsichiatrico, avevo visto alcuni pazienti recuperare cartacce, piegarle e suddividerle in modo perfetto. Il lavoro era autonomo e forniva soddisfazione ed allora ho pensato che queste persone avrebbero, di certo, potuto svolgere anche altre attività. Di certo non nasce dall’idea di includere perché questa parola significa che si vuole far entrare qualcuno che si è lasciato fuori in disparte”.
Nonostante le grandi difficoltà incontrate a partire dall’acquisizione delle macchine per arrivare alla burocrazia ma anche al confronto con altre ditte “normali”, oggi l’ impresa “diversamente automatica Chicco Cotto” è diffusa in tutta Italia e dà lavoro a molti ragazzi. Tutto ciò, e con Bonsignori ci tiene a sottolinearlo, non nasce da pena o buonismo. L’impresa ha successo semplicemente perché i ragazzi svolgono il loro lavoro al meglio e i prodotti venduti sono di prima qualità.
La parola d’ordine, quindi, è dignità, impegno, competenza. Per questo la Break Cotto è oggi una multinazionale, presto quotata in borsa, che assumerà 400 ragazzi. Aprirà a breve anche in Spagna e che assume soltanto i migliori in ogni settore di questo lavoro anche se sono anche stati accusati di concorrenza sleale. “Si tratta di cambiare un paradigma. Non opera di pietà ma dare dignità. Purtroppo in Italia è molto difficile fare integrazione. Si preferisce investire sull’assistenzialismo. Invece il messaggio che si dovrebbe dare è che, anche se disabili, si può contribuire attivamente nella società. Non esistono luoghi non adatti per questo. Esistono luoghi veri”.
Giovanna Cravanzola