“Fu la nostalgia la sua dissipazione
il disordine la sua letteratura
la dissimulazione la sua fortezza
la cecità la sua dannazione.
Mai imparò a pensare
come un vecchio, sapeva
che non sono gli amori felici
a sorreggere il mondo”
(Emilio Jona)
“Il non più possibile fruscio degli anni” (Interlinea) è l’ultima raccolta poetica di Emilio Jona che, venerdì 19 novembre 2022, è stato presentato in videoconferenza in un incontro promosso da Polo Cittattiva per l’ Astigiano e l’ Albese – I.C. di San Damiano, Comune e Museo Arti e Mestieri di un Tempo di Cisterna con Fra Production Spa, Libreria "Il Pellicano" e Aimc di Asti. Hanno dialogato con l’autore Franco Castelli e Bruno Quaranta. Emilio Jona è avvocato, romanziere, poeta, librettista, studioso di cultura popolare. È stato uno degli iniziatori del gruppo “Cantacronache”. I suoi libri di etnomusicologia più recenti sono: “Al rombo del cannon. I canti popolari nella Grande Guerra” (Neri Pozza) e “Costantino Nigra. I canti popolari del Piemonte” (Einaudi, Torino 2009 - Neri Pozza) entrambe scritti con Franco Castelli e Alberto Lovatto. Tra i numerosi libri di poesia “La cattura dello splendore” (Mondadori,1998). “Il Fregio della vita” (Neri Pozza, 2019) è il romanzo più recente. “Essere altrove. Saggi sull’ebraismo” (Neri Pozza, 2022) è l’ultimo volume appena pubblicato.
Franco Castelli è etnomusicologo, direttore del Centro di cultura popolare «Giuseppe Ferraro» presso l' ISRAL di Alessandria e presidente del CREO - Centro Ricerca Etnomusica e Oralità (Torino, Polo del 900).
Bruno Quaranta è stato giornalista a Il Giornale e poi a La Stampa dove per trent’anni è stato critico letterario di Tuttolibri sul quale ancora scrive. Attualmente collabora con La Repubblica. È autore, tra l'altro, di “Le nevi di Gobetti” (Passigli) e “Una città per Proust” (Hacca). È tra i curatori dell’opera omnia di Giovanni Arpino pubblicata da Rusconi.
“Emilio Jona, a 97 anni, può sempre parlare ‘del possente giovanile errore’ - ha detto in apertura Bruno Quaranta - Molteplici i temi trattati come, ad esempio, quello della città ‘malamata’, l’amore per i genitori scomparsi e, ancora, la musica. Beccaria ha definito la sua come poesia vivente. Il suo scrivere, come diceva Kafka, è pregare. Poi ci sono vari luoghi carissimi, l'amore per la montagna, lo sport ma anche Israele. Insieme alla passioni della sua vita, c'è la consapevolezza che non è ancora arrivata la fine della pagina”.
Jona è un uomo dai mille interessi ma anche dalle amicizie durature come quelle con Bruno Quaranta e Franco Castelli al quale, da oltre 20 anni, è legato anche dall’amore per tutto ciò che riguarda la ricerca musicale.
“Ho visto nascere in questi anni questo volumetto seguendo la creazione delle ultime liriche, alcune scritte proprio nel periodo della pandemia. Sembrerebbe un ‘de senectute’ poetico ma, in realtà, c'è incontenibile vitalità che insorge da questi versi scritti con creatività e ironia. Si coglie la volontà di andare avanti intessendo un discorso che procede e illustra il suo lungo percorso di vita. È poesia che è fiato e respiro della creatività ma anche stimolo per superare le difficoltà” ha detto Castelli.
Ed Emilio Jona è proprio questo: passione, entusiasmo, ricerca, curiosità mai appagata, voglia di vedere cosa c’è dietro l’angolo…
Impossibile non rimanerne affascinati perché, conoscendolo, ci si trova di fronte a inesauribili porte da aprire, a cassetti da ispezionare, a cultura dalla quale attingere...
Commosso e colpito dall’introduzione degli amici, ha sottolineato come il loro intervento, trascendendo il senso dell’amicizia, abbia spiegato il senso e dato speranza per la durata del suo lavoro.
“Quello che ho cercato di fare – ha spiegato Jona - è trovare un'interiorità che non sia priva di mondo, in cui non ci sia solo l'io. Volevo evocare e storicizzare valori identitari del soggetto e della storia. Per me poesia è controllare un sistema di regole per inquadrarle nella propria. Per quanto mi riguarda, mi sento un uomo con sempre nuove curiosità da soddisfare”.
Nella sua poesia, la parola è sensualità e musicalità mentre la memoria è una forza attiva, un’ arcata del presente che appoggia sul passato. Il presente, poi, è una citazione pertinente di ieri capace, però, di toglierlo dalla solitudine - come lo renderebbe il flusso del tempo - che ha carattere dispersivo come. “Questo è il mio desiderio” ha detto Jona che, sollecitato dai suoi interlocutori, ha anche parlato del suo punto di vista su Israele ma anche di tutti i suoi nuovi progetti che, sicuramente, troveranno spazio all’interno del calendario di presentazioni proposte dal Polo Cittattiva… perché, se gli anni rendono il fruscio non più possibile, ciò non significa che sia impossibile perché la vita è vita a qualsiasi età.
Giovanna Cravanzola