Sabato 9 aprile 2022 - alle 16,15 al Castello di Cisterna - Luca Savarino e Paolo Vineis hanno presentato "La salute del mondo: società, natura, pandemie”(Feltrinelli). Ne hanno discusso con il giornalista Beppe Rovera. L’incontro è stato promosso da Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’ Albese – I.C. di S. Damiano, Museo Arti e Mestieri di un Tempo di Cisterna, Israt con Fra Production Spa, Libreria "Il Pellicano" e Aimc di Asti. Come ha sottolineato in apertura Beppe Rovera, si tratta di un
libro particolare, scritto insieme tra due amici – uno scienziato e un filosofo – in modo armonioso. Nasce dopo la pandemia che ha messo in discussione molti aspetti della nostra vita che ritenevamo saldi e che, invece, necessitano di un cambiamento urgente. L’emergenza sanitaria, infatti, ha posto dei problemi all’interno della società, della politica. “Non devono esserci conflitti tra cultura umanistica e scientifica e, quando ciò accade, non si dimostra altro che arretratezza culturale. Ho fatto parte dell’unità di crisi. Inizialmente, ci si affidava agli scienziati cercando da loro risposte definitive che, però, la scienza non può dare quando, invece, sono necessarie anche scelte valoriali. Di certo, alcune scelte avrebbero dovuto essere discusse maggiormente con la società come la decisione di chiudere le scuole” ha detto il prof. Vineis. Il libro non è un trattato sul covid19 di cui già tanto si è discusso ma propone uno sguardo su ciò che riguarda il mondo, la salute, la natura ma, soprattutto sulle relazioni, le connessioni che spesso ci sfuggono.
Infatti, sono proprio queste reti che non si colgono e, in questo modo, si cercano soluzioni a problemi complessi attraverso risposte che non tengono conto di tutti i fattori e di tutti gli ambiti coinvolti. Ormai l’impatto del cambiamento climatico è così notevole che causa danni insostenibili. Ad esempio, l’abbattimento della foresta equatoriale è dovuto anche alla ricerca di nuovi pascoli e di campi per la produzione di foraggio determinato da un consumo di carne sempre maggiore. Gli allevamenti intensivi, da un lato, determinano effetti devastanti con le emissioni che producono. Dall’altro, invece, la foresta ha altre funzioni che l’opinione pubblica spesso ignora. Ad esempio custodisce innumerevoli molecole, molte anche con proprietà curative, ancora sconosciute. Le interconnessioni, come ha ricordato il prof. Savarino, non riguardano solo le relazioni umane. Aver rotto questo equilibrio ci pone a rischio ed è per questo che si cerca di intervenire con azioni di mitigazione ad esempio con il tentativo di ridurre le emissioni di CO2. Un’altra azione è quella dell’adattamento con l’introduzione di colture più resistenti o abitazioni più solide per resistere agli eventi atmosferici estremi che si susseguono. “Alcuni parlano di rigenerazione e la fondazione di cui io faccio parte prende proprio questo nome. Ormai abbiamo esaurito le risorse non rinnovabili ed è importante spostare l’attenzione su altre forme che possano essere rigenerate. Sono di certo processi complessi tecnicamente ma che possono essere attuate in ambito agricolo” ha proseguito Vineis.
Di certo è necessaria, a tutti i livelli, una maggiore responsabilità rispetto alle future generazioni intendendo non solo i giovani di oggi ma di coloro che nasceranno nei prossimi anni e decenni. Oggi, tra le altre tecnologie proposte, c’è anche quella che prevede la cattura del carbonio.
Tutto quello che è accaduto negli ultimi tempi ha ridotto la fiducia della gente sia nei confronti della scienza che della politica. “La scienza, però, in pochi mesi è stata in grado di produrre alcuni vaccini per contrastare la pandemia” ha ricordato il prof. Savarino.
Da molti anni si erano previste nuove pandemie ma saperlo a livello intellettuale è diverso che rendere consapevole l’opinione pubblica. Se qualche politico avesse attuato misure preventive prima dello scoppio della pandemia sarebbe stato additato come pazzo. Oggi a tutti è chiaro il degrado ambientale però la lotta per l’ambiente ha dei costi. La mitigazione sottrae risorse all’adattamento che, in termini pratici, significa salvare vite nell’immediato. Chi paga i costi? C’è inoltre da tenere conto che alcuni Paesi, che non hanno avuto il nostro sviluppo, si vedono limitati nel farlo. Utilizzando l’energia fossile, potrebbero produrre un aumento di ricchezza nei loro Paesi alla quale non vogliono rinunciare. Purtroppo la polica fatica a superare una visione prossimale e risponde a gruppi limitati in spazi temporali limitati.
“Non siamo scoraggiati dai meccanismi democratici – ha detto Savarino – ma spesso la politica è indietro rispetto alle richieste culturali e sociali. Sarebbe necessario anche parlare dei fini delle scelte che vengono prese”. Infatti il cambiamento coinvolge tutti, le tecnologie non sono sufficienti. Occorre modificare i comportamenti individuali, la responsabilità a tutti I livelli, la consapevolezza di essere sulla stessa barca e, per remare tutti nella stessa direzione, occorre conoscenza, capacità di vedere le interazioni e uno sguardo che non si fermi all’ oggi. Ne saremo capaci?
Giovanna Cravanzola