Ci sono Uomini di cui, purtroppo, si è persa la memoria. Eppure le loro azioni, allora e ancor di più oggi, risultano eroiche. Tra questi uomini ci furono i docenti universitari italiani che rifiutarono la fedeltà al fascismo. Questo è stato il tema della prima videosofia del ciclo “Saper dire no” con il prof. Banaudi che si è tenuto venerdì 15 novembre 2024. L’incontro è stato promosso da Polo Cittattiva Astigiano Albese – I.C. S.Damiano, Museo con Comune di Cisterna, Israt, Ass. “F. Casetta”,
Lib. "Il Pellicano" e Aimc di Asti.
“Sono loro che mi fanno riflettere, quelli che furono antifascisti della prima ora ma non metterò in dubbio la buona fede di molti che giurarono fedeltà. Quando questi dodici uomini rifutarono la fedelta era momento in cui il fascismo aveva un fascino internazionale indiscusso” ha sottilineato Banaudi. Il coraggio e la forza di andare contro corrente, costretti a lasciare il proprio posto di lavoro e, spesso, la stima di molti. Eppure misero in gioco tutto ciò pur di non sottomettere i valori in cui credevano e prevedendo, molti anni prima, ciò che sarebbe accaduto.
Ed è per questo – e per molti altri motivi – che è giusto ricordarli uno ad uno con le loro vicende.
Oggi, per noi è molto semplice pensarci come oppositori ma non poteva essere così a quel tempo per due motivi: l’indiscussa adesione popolare al fascismo ma anche la pericolosità nel palesare il dissenso. Per gli insegnanti non era più semplice che per gli altri.
Mussolini aveva raggiunto il potere a fine 1922 ma, già nel ‘23, si era accorto che per modellare la società nel modo desiderato dalla dittatura era necessario cambiare alla radice la scuola e, per fare questo, chiamo Gentile a modificare i programmi scolastici.
Per il filosofo lo Stato trascende l’individuo e gli dà senso e direzione. L'individuo è così capace di guardare a qualcosa di più alto. Il sistema a cui si ispirava era quello neoidealista opposto al liberismo il quale ritiene che lo Stato è il completamento dei diritti di un individuo.
Lo Stato fascismo, al contrario, dà senso e direzione e, per Mussolini e Gentile, non deve essere più composta da atomi disgregati in fazioni come già criticava Dante. Per questo motivo volevano una scuola forte.
Gentile e Mussolini volevano dare una scuola forte che, partendo dai tre anni di scuola primaria, vedeva la sua massima espressione nel liceo classico. È grazie alla riforma gentiliana che, ancora oggi, nei licei i professori di filosofia sono anche docenti di storia.
Dopo l’omicidio Matteotti, lo Stato sterza velocemente verso la dittatura. Già il 24 dicembre 1925 si era parlato di rimozione dei docenti che si dimostravano contrari al fascismo e, nel '29, Gentile spinge per imporre il giuramento. Nello stesso anno, Croce aveva steso un documento di intellettuali antifascisti contro il manifesto gentiliano.
Chi non conosce il clima sociale dopo la fine della prima guerra mondiale non può comprendere l’ampia adesione popolare al fascismo. In quegli anni le insurrezioni comuniste spaventavano per il terrore che approdassero ad una rivoluzione simile a quella bolscevica. Le squadracce fasciste rassicuravano la media e alta borghesia.
Mussolini aveva calamitato l’opinione pubblica trasformando il fascismo rivoluzionario in un movimento di sicurezza ma bisogna anche tenere il conto del risentimento dei reduci che si sentivano traditi dallo Stato. Avevano rischiato vita, salute, famiglia e venivano sbeffeggiati dai socialisti. Inoltre nessuna delle promesse era stata mantenuta. Il Duce era stato un interventista combattente e, nel suo programma, aveva sottolinato la volontà di distribuire agli operati gli extra profitti delle grandi fabbriche. Il consenso, quindi, era partito dal basso per poi arrivare ai ceti più alti ma attirava anche i consensi internazionali. Perfino Gandhi, nel 1931, diceva di aver avuto un incontro storico con Mussolini ma anche Churchill e Roosevelt ne erano affascinati.
Forte di tutto questo, Gentile propose il giuramento degli insegnanti nel 1929 ma era ancora nei confronti del re, dei suoi successori e della forma di Governo dello Stato. Al filosofo, però, questa formula non era sufficiente ed era ancora in lotta contro gli insegnanti che si erano opposti al suo manifesto.
Il vero giuramento al fascismo arriverà nel '31 quando era necessario anche dire di non appartenere alla massoneria legata al mondo liberale anglosassone. Solo dodici docenti universitari si opposero e in Germania, quando ne fu imposto un’altro simile, furono solo sei.
In Italia furono: Francesco Ruffini, Mario Carrara, Lionello Venturi, Gaetano De Sanctis, Piero Martinetti, Ernesto Buonaiuti, Giorgio Errera, Vito Volterra, Giorgio Levi Della Vida, Edoardo Ruffini Avondo, Fabio Luzzato, Bartolo Negrisoli.
Dopo tanti anni hanno ancora molto da insegnarci.
Giovanna Cravanzola