Sartoria

Sartoria

Un abito nuovo segnava un momento fondamentale nella vita di una persona: la prima comunione o il matrimonio. L’abito da sposa, nero, per essere utilizzato anche dopo la festa, era a volte anche adatto all’ultimo rito della vita: la sepoltura.

Il sarto non sempre confezionava un abito nuovo: spesso era impegnato a rifare un abito già usato e quando non c’era lavoro s’inventava altri mestieri. L’abbinamento sarto-barbiere è tra i più comuni ed è sopravvissuto in molti paesi fino a pochi anni fa. Oltre a forbici, aghi e centimetro, gessetti e modelli di carta, lo strumento per eccellenza del sarto è la macchina da cucire, presente nella bottega in più esemplari da quelli più antichi a manovella , ai più recenti a pedale.

“Prendere le misure” dal sarto era un’operazione importante in quanto costituiva un momento di informazione sulla vita del paese . Interessanti i ferri da stiro esposti nella bottega, diversi per uso e funzionamento, dal “lisciatoio”, ferro in pietra dell’inizio del ‘600, al semplice quadrello, la cui base si riscaldava su una stufa, una fiamma a gas o un braciere, al ferro a cassetta, nel quale si deponeva la brace, a quello ad anima, nel cui vano si introduceva appunto un’anima di ghisa riscaldata. Molti oggetti appartenevano al “sartù” di Cisterna Clemente Sacco, a cui si sono aggiunte innumerevoli persone con le loro donazioni.

 

Date

01 Ottobre 2020

Tags

Piano Sottotetto